intervista con Cristina Morini

Se non hai un lavoro standard, si dà per scontato che tu sia a casa e di conseguenza che tu sia nelle condizioni di occuparti di tuo figlio, dividendoti tra riunioni skype, pappe e pannolini.

Naturalmente, qualsiasi partita Iva di fatto lavora assai più delle otto canoniche ore al giorno, anche se in modo frammentato e non tradizionale, il che già comporta una difficoltà oggettiva a conciliare lavoro autonomo e genitorialità.

L’assenza di un servizio fondamentale come l’asilo nido si traduce spesso, per uno dei membri della coppia (se la famiglia è composta di due genitori), nella rinuncia alla propria professionalità. Vorrei essere chiara: non è un meccanismo necessariamente correlato al genere bensì al reddito. Le discriminazioni di genere continuano a sussistere eccome ma occorre essere sinceri: a Milano, in questi casi, che fa la differenza è il reddito.

 

continua a leggere